|   a cura di massimo giugliano     
								Di Gennaro ripropone il tema dell'abbraccio in chiave voluttuosa, intensa, repentina. 
Il parallelo con la maternità è d'obbligo: lì è il vortice a comandare il gioco dei movimenti. In questo caso la 
tela è attraversata da un movimento verticale; scompaiono le armoniche e dolci pennellate cedendo il passo ad un 
dilavamento discendente di rossi, grigi e bianchi: non più armonia ma turbamento ed instabilità. Il fondo diventa 
una sorta di specchio sulla superficie del quale la materia pittorica, fluida, rende tutto più fugace ed insicuro.
La passione non vive in eterno ma si nutre di momenti e l'abbraccio di due amanti è si intenso, ma può celare gelosie, 
perplessità,tradimenti, ombre grigie che impediscono al rosso del fondo di essere omogeneo, costante, imperituro.
Le pennellate assumono un andamento verticale diventando monito: trascorso quel momento ci sarà ancora in futuro la stessa 
intensità, o la superficie del sentimento non verrà più lubrificata dal rosso della passione che già ora si palesa pregno 
di ombre e di vuoti? E' l'alternanza di colori a creare il dubbio. L'andamento ascendente della tela è accentuato dalle 
linee nere e grigie che danno vita ai protagonisti: i due amanti raccolti in una sola anima nell'attimo travolgente e 
intenso dell'abbraccio. I due assi verticali ed obliqui si dispongono simmetricamente a destra ed a sinistra dell'asse 
immaginario senza trovare un punto di congiunzione, perdendosi bruscamente nella curva dei volti. Il movimento 
ascendente è bloccato da quello centrifugo dei volti, una sorta di barriera razionale che respinge l'istintività, 
ed i corpi restano lì, impassibili come Maoori, mentre intorno si agita la passione, tangibile nella curva delle braccia, 
sospinte anch'esse verso l'alto dall'ascendente ed impulsiva turbolenza.
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